L’ATTACCAMENTO
La massimizzazione della capacità predittiva è il modo in cui un sistema vivente tende a permanere tale, in tutto o in parte, per un tempo più lungo possibile; tende cioè a sopravvivere, persistere e replicare. La relazione di attaccamento è selettivamente premiata perché è predittivamente vantaggiosa:
Quanto più si scende nella scala biologica (animali), tanto più vale il determinismo istintuale: l’individuo nasce con un patrimonio fisso di costrutti, geneticamente determinati, che sostanzialmente non modifica durante la sua esistenza e trasmette immodificato alla prole. Laddove tale patrimonio di costrutti si dimostri inadeguato, l’individuo muore.
Al contrario, ai vertici della scala biologica (uomo), i geni codificano non soltanto una serie di costrutti ma la possibilità di apprendere e generare nuovi costrutti con un evidente vantaggio predittivo: imparare dall’esperienza e poterla trasmettere. Alla trasmissione genetica si affianca una nuova modalità di trasferimento trans generazionale dei costrutti: la trasmissione culturale attraverso, principalmente, il comportamento di attaccamento/accadimento. L’attaccamento, dunque, costituisce il legame tra innato ed acquisito, in quanto è la tendenza innata ad apprendere da un adulto la capacità di apprendere autonomamente disposizioni non innate.
L’ATTACCAMENTO COME RELAZIONE INFORMATIVA
Consideriamo l’attaccamento una relazione privilegiata con un adulto che viene geneticamente previsto come fonte autorevole e attendibile di informazioni. È la relazione, in genere, con la madre o con un suo sostituto, all’interno della quale avviene la prima e fondamentale discriminazione tra sé e altro.
Tutto ciò che verrà costruito in seguito sarà necessariamente subordinato a questa primaria discriminazione. Per sviluppare un buon comportamento di attaccamento, il bambino deve sperimentare di essere amato dagli altri e di essere amabile, cioè in grado di suscitare negli altri reazioni positive.
La principale necessità del bambino è dunque quella di sentirsi amato di un amore particolare che non dipende dalle sue prestazioni, dalla sua bellezza o simpatia ma è assolutamente gratuito, non lo deve conquistare e gli è dato per il solo fatto di esistere. La convinzione circa la propria amabilità si sviluppa attraverso l’esplorazione: il bambino lasciato libero di avventurarsi nel mondo circostante sperimenterà di essere in gamba e forte, mentre se ciò gli viene impedito in nome di presunti pericoli incombenti si convincerà di essere
debole e incapace e quindi cercherà sempre dei rapporti di dipendenza da cui ricevere la protezione che ritiene indispensabile. Decisivi per lo sviluppo di un attaccamento soddisfacente sono la capacità dei genitori di fornire
al bambino una base affettiva sicura e stabile e l’incoraggiamento ad esplorare proprio a partire da questa base.
I CRITERI EPISTEMOLOGICI
Le due strategie di massimizzazione della capacità predittiva sono:
Conoscenza appresa: sottolinea la disponibilità ad accettare per buone le previsioni fatte da un altro riconosciuto come autorevole (attaccamento).
Conoscenza speculativa: pone l’accento sulla capacità autonoma del soggetto di sottoporre a verifica sperimentale le proprie previsioni (esplorazione). Esiste tra le due un rapporto di ricorsività: la conoscenza appresa (inizialmente predominante) definisce come si ottiene e che valore abbia la conoscenza speculativa ma è poi quest’ultima a ridefinire il valore della conoscenza appresa. Il rapporto che regola i due tipi di conoscenza può essere:
Simmetrico: la conoscenza appresa rinforza la conoscenza speculativa che, a sua volta, valida la conoscenza appresa e così via (es. Io credo in te, tu credi in me ). Quindi io credo sia giusto credere in me ( Questo mi spinge a credere ancora di più in te).
Complementare: una delle due strategie invalida l’altra e diviene assolutamente predominante e obbligata (es. Io credo in te, tu non credi in me) Io credo in te ma non in me [la conoscenza appresa invalida quella speculativa]; io credo in me ma non credo in te qualsiasi cosa tu creda [la conoscenza speculativa invalida quella appresa]).
LA CLASSIFICAZIONE DELL’ATTACCAMENTO
L’attaccamento è stato studiato direttamente nei bambini identificandone tre tipi principali:
Attaccamento sicuro: c’è simmetria tra conoscenza appresa e conoscenza speculativa.
Attaccamento insicuro ambivalente: c’è complementarietà tra conoscenza appresa e conoscenza speculativa, in particolare la conoscenza appresa invalida quella speculativa.
Attaccamento insicuro evitante: c’è complementarietà tra conoscenza appresa e conoscenza speculativa, in particolare la conoscenza speculativa invalida quella appresa.
Attaccamento sicuro ad un modello di sé positivo corrisponderà un modello della figura di attaccamento altrettanto positivo: la fiducia nella figura di attaccamento genererà fiducia in se stessi in un circolo positivo di continuo, reciproco rinforzo. Tale comportamento di attaccamento si fonda sulla convinzione di essere amati e di essere amabili. Sono persone che riescono a sopportare anche distacchi prolungati e non temono di essere abbandonati; il mondo è considerato buono e fonte di gratificazione e per questo l’esplorazione è facilitata.
Attaccamento insicuro ambivalente è il caso in cui ad un modello dell’altro positivo e affidabile corrisponde un modello di sé negativo e inaffidabile. Il soggetto si fida della figura di attaccamento la quale non si fida di lui e così il soggetto non si fida di sé: la conoscenza appresa invalida quella speculativa. Il bambino si ritiene amato ma non amabile. Il piccolo non ha la certezza che il genitore sia disponibile o pronto a rispondere in caso di suo
bisogno e per questo sperimenta un’intensa angoscia di separazione, tende ad aggrapparsi e l’esplorazione gli crea molta ansietà.
Tali soggetti vivono con estrema ansia i rapporti affettivi, nel costante timore di perderli e non sono mai certi della disponibilità degli altri nei loro confronti. Richiedono continue prove di affetto, non sopportano neppure distacchi transitori e usano aggrapparsi ai loro partner e controllarli strettamente per impedire loro qualsiasi
allontanamento. Purtroppo non si rendono conto che proprio questo esasperato controllo li conduce spesso ad
essere abbandonati, il che conferma la loro idea circa l’indisponibilità degli altri e li spinge nel rapporto successivo ad essere ancora più appiccicosi, creando così un circolo vizioso che si auto mantiene.
Tali individui, oltre a dubitare della disponibilità degli altri, dubitano fortemente anche della loro capacità di affrontare la vita senza un appoggio e si immaginano deboli e sprovveduti di fronte ad un modo pieno di insidie e minacce; ciò si sviluppa in seguito all’iperprotettività dei genitori che frustrano ogni comportamento esplorativo autonomo del bambino. Hanno poca fiducia in sé e negli altri e instaurano dei rapporti che sembrano perfetti, tanto che i due sembrano una persona sola e vivono l’uno attraverso l’altro. In realtà tale
simbiosi non è altro che un patto di solidarietà per sconfiggere il terrore della solitudine: l’altro è utilizzato per soddisfare un proprio bisogno.
L’emozione di fondo predominante è la colpa, intesa come sentimento di inidoneità nel senso di non essere mai come si dovrebbe essere. Attaccamento insicuro evitante è quello in cui, ad un modello di sé positivo ed affidabile corrisponde un modello dell’altro negativo ed inaffidabile. Il soggetto si fida solo di sé stesso, rifiuta di riconoscere in sé alcuna debolezza e non richiede mai soccorso agli altri. La conoscenza speculativa ha predominanza assoluta e invalida la conoscenza appresa. L’individuo si ritiene non amato e si pone il problema della propria amabilità solo marginalmente in quanto non c’è una figura di attaccamento disponibile a rispondere alle sue richieste di prossimità. Tradizionalmente vengono diagnosticati come narcisisti o persone con un falso sé.