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Dopo la P.N.L.

salute

P.N.L – Che cos’è – Dalla P.N.L. all’apprendimento
Questo termine è comparso, in Italia, negli anni 80 dello scorso secolo ed è una nuova neuroscienze. P.N.L. vuol dire programmazione neurolinguistica, ma facciamo un passo indietro. Tutti abbiamo sentito parlare di psicoanali e di psicoterapia e oggi è diventato di moda farsi “analizzare” . Ma non tutti sanno che nelle psicoterapie rientrano moltissime scuole molto differenti fra di loro, come ad esempio la gestaltica sarà diversa da quella junghiana e fra queste terapie rientrano anche l’ipnosi non sempre usata in maniera positiva. A partire dal 1800 la psicoterapia comincia ad acquisire uno status scientifico passando dalla “stregoniria” a una scienza che cerca di studiare il cervello e le sue reazioni.
A partire dagli anni   70 dello scorso secolo, negli U.S.A., cominciano a proliferare numerose scuole e, due studiosi Richard Bandler e Jonh Grinder, il primo un matematico e il secondo un linguista, mettono a punto un metodo con cui guarivano numerosi pazienti. Essi si basarono su studi condotti da Milton Erikson, padre della moderna ipnosi, Virginia Satir psicoterapeuta familiare e  Fritz Perl gestaltista. Bandker e Grinder studiarono ore e ore di registrazioni di sedute psicoterapiche.
Durante i seminari faccio notare come siamo diversi uno dall’altro. Esempio uscendo di casa quanti di voi hanno osservato i monumenti presenti sul vostro percorso nel recarvi al lavoro? Oppure osservate un campo d’erba e vedrete come due fili d’erba sono diversi tra di loro. Lo stesso vale per noi umani, siamo uno diverso dall’altro. Come si ricordano le cose? Oppure come memorizziamo poesie o percorsi, o ancora come  memorizziamo i percorsi che dobbiamo compiere o che compiamo normalmente?
Il nostro cervello è costituito da miliardi di cellule altamente specializzate e prendono l nome di neuroni e sappiamo che dalla loro giunzione con altre cellule neuronali si creano dei circuiti che danno origine al pensiero e questo viene modificato dal dialogo che noi abbiamo con altri nostri simili.  I circuiti neurali sono simili a intricate reti stradali e autostradali che costituiscono le nostre città, le nostre nazioni e così via. Il dialogo fa sì che il nostro cervello dia realtà a degli impulsi elettromagnetici percepiti da occhi e sensi. Senza il confronto noi non potremmo esiste come esseri intelligenti.
Nella programmazione neurolinguistica si creano delle “ancore” che ci permettono di ritrovare e ampliare esperienze, emozioni passate oppure di modificare dei comportamenti in quanto ci danno delle brutte sensazioni, anche se in alcuni casi possono fallire. Come ad esempio lo smettere di fumare, oppure andare a fare sempre colazione al bar anche se non ne avremmo la possibilità ma l’olfatto diventa un traditore dei nostri buoni propositi.
Lo stesso vale per i nostri stati d’umore, in buona parte controllati dalla amigdala,  che a seguito di un gesto o di una frase ci fanno piombare in uno stato d’umore pessimo o gioioso. Un tentativo di spiegazione ci è stato dato da Pavlov con il famoso esperimento sulla stimolazione delle ghiandole salivari a seguito di un  condizionamento. Poi Skinner ipotizzo che ci fosse uno stimolo-risposta ( anche se oggi le teorie hanno un valore storico). Però possiamo dire che l’umano apprende per esperienze sia orali che fisiche. Esempio il bambino impara che non bisogna mettere le dite su corpi caldi perché ciò gli provoca dolore.
Secondo la P.N.L. classica, i suoni, le parole e le situazioni innescano delle dinamiche mentali e queste vengono chiamate ancore.  Un esempio è il cosidetto effetto San Remo, dove noi ascoltiamo le canzoni che sono ne festival e non ci dicono niente anzi alle volte noia. Ma per effetto della “mera esposizione”, dopo un po’ le canticchiano e ci piacciono anche. Oppure legate dei ricordi ( quasi sempre piacevoli)  a una canzone e l’associate a un determinato evento. Oppure un profumo vi ricorda una persona e un ben preciso evento. Oppure se sentiamo il telefono squillare nella notte lo associamo subito a un brutto evento.
Possiamo riprogrammare alcune nostre azioni utilizzando il rilassamento e la visualizzazione creativa, tecniche che si distanziano abbastanza dalla P.N.L. ma se noi vogliamo apprendere più in fretta e con minimo sforzo si può utilizzare questa tecnica associata anche al gioco. Pensate come apprendono velocemente i bambini in quanto prendono tutto per un gioco e associano immagini a parole, parole a concetti ma sempre divertendosi. Noi abbiamo perso questa capacità.    
Ad esempio la signore Aliza ha imparato a progettare la propria vita utilizzando le visualizzazioni. La tecnica è abbastanza semplice, magari ci vuole un po’ di tempo a metterla in pratica, ma imparate a sognare, se voi cominciate a sognare potete anche realizzare, come? Molto semplice cominciate a sognare quella cosa che desiderate tanto ( ovviamente non diventerete miliardari in tre giorni oppure prenderete una laurea in un mese e via consecutiva) ma magari volete cambiare lavoro, città, avere un partner oppure cambiare il partner ma avete la paura del “salto nel buio”. Cominciate a immaginar dove andreste, il partener desiderato, la casa dei vostri sogni e cercate di capire come averla, quale percorso dovete fare per arrivarci. Se ancora non siete capaci di immaginare queste cose, prendete dei libri che parlino delle persone di successo e come ci sono arrivati e ……… sorpresa
Gettate quindi le ancore fissate dei punti fermi, riprogrammate il vostro cervello, in quanto lavora per focus e raggiungete l’obbiettivo o gli obbiettivi . Fare goal ( obbiettivo) è nostro stutus, è quello che la nostra vita su questo pianeta ci impone . Stimolatevi a raggiungere i vostri obbietti sui percorsi che avete stabilito. Come fa una azienda a raggiungere i propri obbiettivi? Fa un piano industriale ( business plain ) cioè come raggiungere il proprio obbiettivo, le tappe che dovrà compiere per raggiungerle, un costante controllo sulle stesse  in maniera da sapere se si è allineati verso gli obbiettivi intermedi oppure se si sta sbagliando rotta, questo è quello che fanno gli imprenditori di successo, i manager ( peccato che manchino ai politici) .
M. P.  

 
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