IPERICO, ERBA DI SAN GIOVANNI
Quest’erba si trova lungo i cigli dei campi, boschi, viottoli, in collina e nei prati da luglio a settembre e ha come nomi popolari Pilatro, Parforata, Piriconi e Mille buchi. Il suo nome scientifico è Hypericum perforatum e fa parte della famiglia Hypericaceae (Guttiferae). Ha me sinonimi Erba di San Giovanni. Raggiunge una altezza compresa tra i 25 e i 60 cm ed è molto ramificata e fiorisce in grandi infiorescenze cimose giallo oro. Per riconoscerla con sicurezza basta schiacciare un fiore aperto e ne fuoriuscirà un succo rosso. Per la tisana si usa tutto la pianta mentre per l’olio si usa solo il fiore. I costituenti chimici sono i flanoidi (iperoside e rutina), i diantrachinoni (ipericina), olio essenziale, melatonina, tannini, iperforina (principio antibiotico). L’olio è ottimo per le ferite visto che ha effetto analgesico, antiinfiammatorio e cicatrizzante. L’olio si ottiene per macerazione dei fiori in olio di oliva, mentre l’estratto secco assunto per via orale, presenta attività antidepressiva confermato da molti trials clinici. I medici clinici lo usano per il trattamento delle sindromi depressi vedi media e lieve entità, nella depressione stagionale e nella depressione da sindrome climaterica ma è anche utilizzata in attacchi di panico. È utilizzato, in medicina, per le attività ansiolitiche e antidepressivi, come detto sopra, mentre l’azione antiinfiammatoria è dovuta alla ipericina e all’amentoflavone contenuto nella pianta.
Numerose ricerche hanno evidenziato i meccanismi di azione dell’iperico dovuta alla azione inibitoria della infiltrazione leucocitaria, mentre l’ipericina è capaci di inibire il rilascio dell’acido arachidonico. L’attività ansiolitica è dovuta all’attivazione dei recettori per le benzodiazepine dovuta alla azione di varie molecole presenti nell’iperico. Un discorso analogo viene fatto per l’attività antidepressiva posseduta dalla pianta. I meccanismi comprendono l’inibizione del reuptake di noradrenalina e l’inibizione di alcuni recettori per la serotonina e la dopamina e per l’inibizione del reuptake di GABA a livello presinaptico. Conduce anche una azione antimicotica nei confronti dei ceppi dello Staphylococcus aureo compresi i ceppi meticillino-resistenti o MRSA. Altri studi sembrano dimostrare che l’ipericina abbia attività antitumorali dovute alla azione citotossica nei confronti di alcune cellule maligne come ad esempio quelle costituenti il tumore del colon. Per le attività antidepressive si consiglia di assumere tra i 600 e 1200 mg giornalieri divisi in tre dosi. Secondo la medicina popolare l’iperico viene usato nel trattamento dei disturbi respiratori quali bronchite e asma, nei disturbi da cistifellea, parassitosi in special modo da vermi, disturbi gastrointestinali come gastriti, diarrea, enuresi notturna e perfino reumatismi. Per uso esterno serve per la cura dei dolori muscolari. Secondo altri studi sembra che migliori i difetti di pronuncia, il sonno irrequieto, gli attacchi isterici e il sonnambulismo. La pianta è controindicata in caso di gravidanza, anche se non ci sono studi precisi in tal senso. Può interferire anche con alcuni farmaci quali la Teofillina, Digossina, Anticoagulanti e alcuni Antivirali.
Per la preparazione della tisana si mettono due cucchiai di iperico completo ( gambo e fiori) in un litro di acqua bollente, lasciarlo in infusione per alcuni minuti, poi filtrare e bere. L’olio di iperico ( o olio di San Giovanni) va preparato mettendo in una bottiglia i fiori appena colti senza comprimerli. Poi si aggiunge olio di oliva fino a ricoprirli completamente. Lasciare il tutto per tre o quattro settimane in un posto caldo o al sole fino a prendere il colore rosso. Si filtra utilizzando un panno conservando poi l’olio in una bottiglia scura. Se lo si vuole utilizzare per le scottature utilizzare l’olio di lino al posto di quello di oliva. Per la tintura si usa mettere i fiori appena colti in bottiglia e ricoprirli con acquavite e lasciarlo riposare per tre settimane al sole o vicino a una fonte di calore.