SPECIFICITA DI UN COLLOQUIO SU PROBLEMI SESSUALI
Nelto specifico dellApproccio Motivazionale Integrato, il primo colloquio ha la finalità di:
1, Stabilire la relazione terapeutica.
2, Conoscere il problema nel suo aspetto comportamentale e successivamente nell'aspetto cognitivo e relazionale.
3, Conoscere la definizione che i pazienti ne danno.
4, Ridefinire il Problema.
5, Definire il contratto di terapia o consulenza, o inviare ad altri. Anche qualora il rapporto professionale si concludesse in una seduta si sarà stabilito un contratto.
Conoscere il problema. Molto spesso le persone sono imbarazzate nel parlare della propria sessualità e dei propri genitali, tanto più se hanno sensazioni di inadeguatezza, tendono quindi a utilizzare termini genèrici e di uso comune e questo rende più difficile la raccolta dei dati. E molto importante affrontare con delicatezza le definizioni generiche ed esplorarle nel loro contenuto specifico.
Termini anche molto chiari e specifici come impotenza o eiaculazione precoce vanno sondati attentamente per verificare se il loro significato è lo stesso per la coppia e per noi.
Nella ricostruzione dell'aspetto comportamentale è utile iniziare da come il problema si presenta oggi, quasi fosse un fotogramma di una pellicola; una buona possibilità è offerta dal racconto dell'ultimo rapporto sessuale.
Successivamente si ricostruiranno altri fotogrammi scelti fra i momenti importanti: i primi rapporti della coppia, i primi rapporti problematici e la ricostruzione dell'evoluzione dei rappoti sessuali in funzione delle modificazioni della relazione (fidanzamento, matrimonio, figli). Una tappa importante da indagare è il momento il cui il problema è stato riconosciuto come tale e il momento in cui !a coppia ha deciso di chiedere aiuto.
Ultimata la ricostruzione, si dovrebbe avere una mappa a tre livelli in cui, idealmente, vi è tra i tre una corrispondenza punto per punto:
1, Livello comportamentale (es. lui eiacula ai primi momenti coitali).
2, Livello cognitivo (es. lui pensa «devo resistere», rabbia, tristezza).
3, Livello relazionale (lui chiede perdono e lei lo consola).
La ridefinizione del problema La ridefinizione consiste nel fornire alla coppia una lettura del problema che tenga conto della ricostruzione, della teoria patogenetica e della modalità terapeutica. Il primo passo sarà quello di ridefinire il problema come appartenente alla coppia. Si pongono così le basi per impostare un rapporto di cooperazione in cui entrambi i pazienti avranno una parte attiva e di uguale responsabilità.
Si sottolinea come la ridefinizione del problema non riguarda tanto la realtà dello stesso, quanto l'individuazione di un angolo visuale che lo renda risolvibile.
Il sintomo è quindi un invito al cambiamento e pertanto molto utile anche se produce sofferenza ! !
FINE DEL PRIMO COLLOQUIO
Come l'inizio del colloquio non coincide con l'entrare nella stanza ove si svolge, così la fine non coincide con l'uscirne: a ciò che è avvenuto si seguita a pensare, e sia il cliente che il motivazionale continuano, anche a distanza, a riorganizzare ognuno per conto proprio, i dati emersi.
E se il primo colloquio non ci sembra sufficientemente conclusivo? Occorre chiedere che il primo colloquio prosegua; in tal senso il secondo colloquio non è cosa diversa ma sarà ancora un secondo primo colloquio